
PERCORSI PARTIGIANI
"Odio gli indifferenti" [A. Gramsci]
“Odio gli indifferenti. Credo che vivere voglia dire essere partigiani. Chi vive veramente non può non essere cittadino e partigiano. L’indifferenza è abulia, è parassitismo, è vigliaccheria, non è vita. Perciò odio gli indifferenti.”
L'11 febbraio 1917 Antonio Gramsci, poco più che ventenne, nel pieno della Prima Guerra Mondiale, scrive queste parole in un discorso destinato a lasciare il segno, parole universali nella loro feroce accusa all'indifferenza.
Meno di trent'anni dopo suoneranno sinistramente profetiche nello svolgimento della Seconda Guerra Mondiale, e descrivono accuratamente l'oggi che ci troviamo a vivere. Perché al di là delle narrazioni e della retorica ufficiali, quasi sempre gli accadimenti non sono frutto di piani malvagi o di catastrofi naturali, ma di tanti piccoli atti di indifferenza che diventano legioni di indifferenti. E quando gli indifferenti diventano legioni, pochi uomini si ritrovano a controllare la vita di milioni.
Nella narrazione ufficiale della Seconda Guerra Mondiale, nel ragionare di deportazione e sterminio, si cede spesso alla semplificazione, e si cerca di dividere le colpe e le ragioni in maniera plastica e simmetrica: da un lato i cattivi, i nazisti carnefici, e dall'altro le vittime. Spesso si aggiunge a questa ricostruzione un accenno alla gran massa “inconsapevole” degli orrori, controllata così minuziosamente da essersi arresa passivamente. Tuttavia, in tutta Europa, inclusa la stessa Germania nazista, centinaia di migliaia di donne e di uomini avevano piena conoscenza di quello che stava succedendo e, spesso privi di mezzi, armi e con le probabilità completamente a sfavore, decidevano di opporsi e di reagire, pronti a pagare un prezzo spesso altissimo per la propria ribellione.
Queste donne e questi uomini normali, in grado di compiere imprese straordinarie, di sacrificarsi per un'idea, per la propria Patria, per sensibilità religiosa, politica o semplicemente spinti da profonda umanità sono la traccia che vogliamo seguire nell'approcciarci al nostro viaggio a Berlino: attraverso visite e letture ripercorreremo le loro storie strazianti e coraggiose, seguiremo le loro gesta e i loro destini, in una prospettiva destinata a gettare scompiglio nella nostra visione della storia recente, capace come tutti i nostri viaggi di generare domande scomode sulle nostre vite.
Saremmo stati in grado di opporci all'idea che “le cose vanno così”? Saremmo stati capaci di ribellarci? O saremmo stati membri della massa grigia e informe che in ultima analisi ha lasciato che tutto precipitasse?